LA SALUTE SOTTO... LA PIANTA DEI PIEDI!

 

Breve storia

Nei piedi sono localizzate le corrispondenze di tutti gli organi presenti nel nostro corpo; attraverso il massaggio di particolari zone, si ottengono dei risultati a dir poco sorprendenti! Il massaggio zonale sfrutta le zone riflesse dei vari organi che sono localizzate in punti chiave. Le suddette zone hanno una relazione energetica dimostrabile in maniera empirica. Questa metodica si chiama reflessologia plantare.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Si sa per certo che già gli Egizi utilizzavano tale metodica. Infatti è stato reperito un dipinto murale nella tomba di un medico Egiziano, risalente circa al 2330 a.C. 

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Già circa 5000 anni fa era nota questa tecnica in India ed in Cina!

Il fondatore della "terapia zonale" è il dr. William H. Fitzgerald, medico otorinolaringoiatra. Nell'aprile del 1934 compare un articolo nel quale viene indicato come "lo scopritore della terapia zonale". F. iniziò nel 1902 a praticare tale terapia, lavorando sulle mani del paziente, esercitando soprattutto una pressione mediante un assortimento di ausilii tecnici.

Nel 1917 scrisse un libro che non ebbe molto successo fra la classe medica. Fu poi il dott. Joe Shelby Riley che ritenne il contenuto di tale libro valido a tal punto da convincere una terapista del suo staff, Eunice Ingham, ad approfondire tale metodica. Per la I. la reflessologia divenne quasi un'ossessione, a tal punto che incominciò ad approfondire personalmente tale disciplina, esplorando le estremità alla ricerca delle parti più sensibili, per poi metterle in relazione con l'anatomia del corpo. La Ingham ebbe il grande merito di spostare l'interesse sul piede, ugualmente efficace ma molto più sensibile delle mani, sulle quali invece il Fitzgerald aveva incentrato la propria attenzione. Fu così che agli inizi degli anni '30 iniziò a diffondersi la teoria della reflessologia del piede.

La I. ebbe molti allievi anche provenienti dall'Europa; i più famosi sono stati: Doreen Bayly (Inghilterra) e Hanna Marquardt (Germania).

Questa disciplina è stata importata in Italia da E. Zamboni, massofisioterapista, discepolo di H. Marquardt. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ne ha apprezzato le sue grandi qualità sia professionali che umanitarie.


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 Il piede ed il suo valore simbolico

L'uomo, simbolicamente, ha le proprie radici nei piedi, che costituiscono la base su cui poggia il corpo e attraverso i quali l'individuo è "vincolato" al suolo. Il modo con cui un soggetto è fisicamente ancorato al terreno è spesso identico a livello emotivo: data la sua funzione, il piede indica l'atteggiamento che l'individuo assume per affrontare la realtà della vita. Non per niente frasi idiomatiche come: "ha i piedi per terra", "va coi piedi di piombo", che sembrano far parte di un linguaggio figurato, in realtà sono dei modi simbolici per esprimere qualcosa facente parte della sfera inconscia. Nella concezione indiana il piede è addirittura considerato il primo germe, esprimente l'intero corpo ed il suo divenire.

La dinamica del simbolismo spaziale, espressa in ogni manifestazione culturale umana, ci insegna che in basso c'è la terra, la parte più concreta, la parte più strettamente materiale, mentre in alto c'è il cielo, la parte più spirituale, intellettiva. Gli stessi autori Cinesi ritenevano che l'uomo fosse espressione di tensione fra due poli, situati l'uno sopra la testa e l'altro sotto i piedi, appunto il Cielo e la Terra.

Se queste due parti del corpo sono come due poli, le mani, che sono situate nel mezzo, sono gli "strumenti" con cui si mettono in atto le idee, strutture di interazione fra il soggetto ed il mondo circostante. E' proprio grazie a quest' "apparecchio antropo-dinamico" che il professionista è in grado di captare i messaggi che il piede può trasmettere, cioè le sue tensioni ed i suoi blocchi e può aiutare il soggetto a liberarsi di queste situazioni stressogene.

Si noterà purtroppo che al giorno d'oggi si dà poco valore ad una parte del corpo così importante come il piede. Basti osservare il modo in cui ce ne prendiamo cura! Le stesse calzature che indossiamo possono evidenziare a quali torture sottoponiamo i nostri piedi.

 

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Il piede: questo grande chiaccherone!

Il piede è un segmento estremo dell'arto inferiore. La sua funzione è di tipo statico e dinamico, nel senso che è in grado di fornire una base di appoggio al corpo e di permetterne la propulsione. Al di fuori delle deformazioni patologiche, si conoscono tre tipi di conformazioni del piede:

1) piede greco, è il piede di più frequente riscontro, in cui il 2° dito è il più lungo

2) piede egizio, in cui l'alluce è il dito più lungo, mentre le altre dita sono progressivamente più corte

3) piede quadrato, dove alluce, 2° e 3° dito sono pressappoco della stessa lunghezza.

La pianta del piede risulta leggermente arcuata, in modo tale che il peso del corpo sia distribuito in maniera ubiquitaria (equamente distribuito sulla sua superficie). Camminare bene non è solo un problema di eleganza, ma anche e soprattutto di salute, poiché la struttura morfologica del piede determina la struttura totale dell'organismo in quanto l'appoggio plantare condiziona in primis l'assetto della colonna vertebrale. Peraltro il piede riflette fedelmente la conformazione scheletrica. La reflessologia plantare è una metodica d'indagine e di cura che, sfruttando la manipolazione delle zone reflessologiche del piede, può "accertare" lo stato di salute del soggetto in esame. Quando un paziente giunge all'osservazione, la prima cosa da fare è compiere un'analisi della situazione generale del soggetto, indipendentemente da ciò che lo stesso riferisce. L'indagine viene effettuata mediante la pressione locale attraverso il dito pollice, che può dare origine a reazioni acute o a sensazioni dolorose (come quelle provocate da una spina), oppure soltanto ad una sensazione di pressione sulla pelle. Il valore di queste sensazioni è importantissimo ai fini dell'individuazione dello stato di equilibrio dell'organismo.

Il piede è un gran chiaccherone e bisogna saperlo ascoltare, in modo da individuare qual è il primo movens da cui si è scatenata la situazione di disagio di cui soffre il paziente. Il piede non dà il nome alla malattia; sarà il medico che, con il suo bagaglio culturale, riuscirà ad individuare la patologia. Attraverso la ricerca, ovverosia durante l'accertamento, si esplorano e si leggono in maniera accurata le varie aree reflessologiche. Si raccolgono quindi i dati necessari per stilare, nelle successive sedute, un piano d'azione idoneo.

E' importante ricordare che i soggetti che sono stati sottoposti a terapia antibiotica o cortisonica, rispondono poco all'accertamento, in quanto tali terapie hanno determinato una riduzione del potere di trasmissione degli impulsi nervosi.

Dalla seconda seduta in poi si manipolano i punti di riflesso in relazione alle varie zone che si sono trovate in situazione di blocco e squilibrio in modo tale da riportare progressivamente ordine ed armonia in tutto il corpo. La tecnica si basa su un massaggio esercitato solo ed esclusivamente dal pollice. E' come se ci si trovasse di fronte ad un telecomando attraverso il quale si può agire dove vi sono disordini e metterli a posto.

Il numero delle sedute non è mai fisso ma varia a seconda del paziente e del tipo di patologia. La reflessologia non è una panacea: si usano solo tecniche di ricerca e di manipolazione al fine di sfruttare le capacità di informazione e di cura dal piede.

 

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Giustamente ci si domanda: perché proprio il piede?

Intanto è interesante notare come, a livello della corteccia cerebrale, siano proprio i piedi e le mani a occupare un area notevolmente più vasta rispetto alle altre parti del corpo. Da ciò si deduce facilmente come, attraverso la stimolazione delle zone riflesse dei piedi e delle mani ( queste ultime non sono un campo di lavoro abbastanza recettivo, dettato dal deterioramento dell'attività quotidiana), sia possibile ottenere risposte particolarmente vivaci da parte del sistema nervoso. Il piede umano è unico ed esclusivo sia strutturalmente che morfologicamente, è molto sensibile, è la parte del corpo che dà maggiore sicurezza ed in cui ci si sente meno "minacciati".

E' per questo motivo che si può agire tranquillamente, anzi, viene suscitato uno stato di calma e di gradevole benessere nel soggetto.Tutte queste cose giocano un ruolo non indifferente nel corso dell'applicazione della terapia. Sottolineiamo ancora che il piede è il nostro mezzo di trasporto, attraverso il quale l'essere umano "pianta" le proprie "radici" nella realtà e da dove si gettano le basi di un equilibrio fisico ed a volte anche psichico.

Sulla pianta dei piedi sono concentrati tutti i punti vitali. In ogni piede vi sono 7200 terminazioni nervose che hanno estesi collegamenti, tramite il midollo spinale ed il cervello, con tutte le parti del corpo.

Il fatto che dal piede si possano individuare e risolvere i disordini può essere giustificato osservando che ogni malattia od ogni perturbamento subclinico si manifesta per traslazione in una zona del corpo anche distante, anatomicamente, dal punto in cui l'anomalia ha avuto origine. La natura strettamente medica di questi "riflessi" è ancora oggetto di discussione e verifica, ma si ritiene che il concetto di Yin e Yang della medicina cinese (cioè dell'esistenza di due poli che sono in relazione fra loro … ) possa in parte spiegare la relazione bipolare che si verifica fra organo interno e superficie corporea.

Questa relazione si attua tramite strutture metameriche, specialmente attraverso il sistema nervoso. La Ingham sostenne che la reflessologia plantare agisse permettendo la regolarizzazione della circolazione sanguigna. Se nella stessa si verifica un rallentamento, si andrà incontro ad un "intasamento" nel piede delle terminazioni nervose che corrispondono ad un determinato organo. Sarà poi la sollecitazione dei punti a determinare lo sbloccarsi di tale intasamento e, quindi, il rifluire della circolazione stessa.

Sfruttando quanto detto sopra, si può capire che, stimolando aree ben specifiche, i punti di riflesso, è possibile portare questo tipo di sollecitazione a livello del sistema nervoso centrale, dal quale verrà ritrasmessa all'organo stimolato indirettamente con il massaggio. Tale messaggio determina un aumento della circolazione sanguigna, linfatica ed un riequilibrio generale a livello del sistema nervoso. Si vengono così a migliorare le condizioni di nutrizione e di ossigenazione delle cellule e dei tessuti, assicurando cioè la normalizzazione dell'omeostasi.

Una situazione di malattia viene quindi via via migliorata ed i risultati si possono apprezzare già dalla prima seduta.

Un altro meccanismo degno di rilevanza ed attendibilità, riguarda l'incremento di increzione di endorfine (analgesici endogeni), a seguito di energica stimolazione delle zone riflesse, nei casi di dolore acuto. Questa tecnica ha una risposta pressochè immediata, ma è ovvio che andrà seguita da ciclo di trattamenti.

La reflessologia plantare è quindi un metodo olistico, attraverso il quale viene trattato il disturbo della persona intesa in senso globale, cioè non valutando la disfunzione di un singolo organo, ma la disfunzione di quell'organo in relazione a tutti gli altri organi, a tutto il corpo. L'uomo è infatti una sorta di macrocosmo, nel cui interno esistono un'infinità di microcosmi (ad esempio le cellule, che a loro volta sono dei macrocosmi in cui risiedono dei complessi cicli biochimici, …). Ma anche l'uomo, a sua volta, può essere visto come un microcosmo …


 

A chi si rivolge

Attraverso la reflessologia si ottengono risultati veramente stupefacenti. Essa può essere applicata a qualsiasi fascia di età, in presenza di problemi fisici, a carico dell'apparato mioosteoarticolare, digerente, respiratorio (allergie incluse), genitourinario, del sistema nervoso centrale e periferico, psichici, quali ansia, depressione, panico, esaurimento nervoso, nevrosi, fobie, … Anche durante lo stato gestazionale si è rivelata una metodica molto indicata al fine di mantenere uno stato di benessere, ovviando a molti degli inconvenienti di questo periodo e favorendo il momento del parto. Ottimi risultati si ottengono anche a livello puramente estetico.

Si deve porre prudenza nei soggetti a rischio di embolie, portatori di pace-maker, con carcinomi altamente invasivi.

I trattamenti sono a cadenza bisettimanale, con un minimo di 7 sedute ed un massimo di 13 o 14. Nei casi acuti e di recente insorgenza possono bastare anche solo 3 o 4 interventi (a cadenza bisettimanale); il segreto di una pronta guarigione è l'essere molto scrupolosi nell'attenersi a quanto viene consigliato, ricordando che un trattamento ogni tanto, secondo il proprio piacere, non serve a niente!

Per chi è particolarmente stressato o poco rilassato e non ha grossi problemi, si possono fare delle sedute settimanali, che riassettino l'organismo in modo da farlo tendere verso l'omeostasi. Si deve comunque sempre tener presente che il miracolo della salute è un lavoro di cooperazione fra paziente e medico, e se non si vuole guarire, non si guarisce!


 

Bibliografia:

  • E. Zamboni E. Buzzacchi, Guarire si può, Milano 1982
  • D. Piazza A. Maglio, Corso di base riflessologia del piede e della mano, Milano 1989
  • H. Marquardt, Il massaggio zonale riflesso del piede, Roma 1990
  • Dwight C. Byers, La riflessologia del piede, Roma 1988
  • E. Zamboni, Reflessologia del piede, Milano 1992

 


Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista l'Erborista