GUT - SCREENING

 

 

gut screening

  

 

E’ un test che si esegue su feci ed urine, analizza sia la parte digestiva che la parte infettiva.  E’ un test che indica lo stato di salute dell’intestino, che è l’organo chiave del nostro sistema. Attraverso questo test si ha l’esame chimico fisico delle feci, l’esame microbiologico e micologico sulla flora patogena e l’esame parassitologico, oltre che una valutazione della salute della flora batterica stessa, quest’ultimo elemento, risulta di particolare rilevanza per stabilire che tipo di approccio nutrizionale è più funzionale al paziente ed una indicazione di rimedi specifici. Andando a dare una valutazione maggiormente specifica su quelli che possono essere i sintomi avvertiti dal soggetto, ad es. dolori addominali, gonfiori addominali, aerofagia, disbiosi, sangue nelle feci, difficoltà digestive, dismicrobismo.

Durante la valutazione microbiologica viene fatta una accurata ricerca mediante l’uso di particolari terreni di cultura (il campione viene seguito per ben 10 giorni!) per permettere l’identificazione di batteri, di funghi e di seguito dei simbionti. Identificato il problema si passa all’indicazione della terapia mediante (secondo l’anamnesi del paziente):

  • Antibiogramma: antibiotici di uso comune o speciali
  • Aromatogramma: test per l’utilizzo degli Oli Essenziali con potere germicida specifico
  • Antimicogramma: per l’identificazione degli antibiotici più idonei.

L’esecuzione del Gut Screening è particolarmente indicata in caso di :

  • PATOLOGIE AUTOIMMUNI
  • MALATTIE INFIAMMATORIE
  • DERMATITI
  • STANCHEZZA
  • COLITE CRONICHE
  • COLON IRRITABILE
  • ALTERAZIONI dell’ALVO (diarree, stipsi)
  • GONFIORI ADDOMINALI e METEORISMO
  • ALLERGIE
  • EMICRANIE
  • DISTURBI DIGESTIVI
  • GASTRITI
  • DURANTE CHEMIOTERAPIA
  • PREVENZIONE
  • DISBIOSI
  • DISMICROBISMO
  • ENTERITI
  • RETTOCOLITI
  • MORBO di CROHN
  • ….

NANO MICROSCOPIA

 

in CAMPO OSCURO

 

 

nano microscopia

  

La microscopia in campo oscuro è una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo di uno speciale microscopio. La risoluzione ottica  è  di circa 90 nm  di poco inferiore al microscopio elettronico, con la possibilità di avere una visione in vivo dell’oggetto da identificare. Viene cioè esaminata una goccia di sangue vivo. La microscopia in campo oscuro permette una visione morfologica molto significativa: la forma, la dimensione ed il comportamento delle cellule del sangue possono essere indicative per lo studio dinamico della biologia dell’organismo. Analisi eseguita su prelievo di sangue è effettuata per rilevare l’eventuale presenza di batteri patogeni nel sangue.

Questa tecnica microscopica ci potrà fornire le seguenti informazioni:

  • controllo delle dimensioni e forma degli eritrociti
  • determinazione e presenza di parassiti
  • micotossine
  • squilibri ormonali
  • presenza di muffe o funghi
  • resistenza vitale del sangue
  • presenza di tossine metaboliche
  • stati infiammatori acuti e cronici o in regressione
  • presenza di tossine metaboliche
  • congestione del sistema circolatorio
  • carica batterica
  • intestino permeabile
  • fegato in sofferenza

INFERTILITA'

 

 

  

 

Secondo l’OMS e l’American Fertility Society, una coppia è da considerarsi infertile quando non è in grado di procreare, dopo un anno o più di rapporti sessuali non protetti; si considera invece sterile, quando, nella coppia, uno od entrambi i partner sono affetti da condizioni fisiche permanenti che non gli rendano possibile avere dei bambini.

 

Anche in base all’età ci sono delle limitazioni a livello di procreazione, infatti fra i 20 ed i 30 anni, periodo di maggiore fertilità per la donna, la possibilità di procreare è del 90% in un anno di rapporti non protetti e questo dato scende al 10% nella donna di 40 anni. Sempre l’OMS dimostra che per il 30% delle coppie in età fertile si riconosce un fattore d’infertilità maschile, e per un 35% di un fattore femminile.

 

Senza entrare nel merito delle patologie organiche che possono sostenere questo stato di patologia, si può affermare che le stesse possono essere affrontate orientando la ricerca alla radice del problema.

 

Varie possono essere le metodiche che si adottano. Come primo intervento si ricerca il motivo per il quale, sotto un profilo funzionale, il sistema non assolve il suo compito in maniera adeguata. L’indagine è strutturata in maniera differente rispetto a quelle che si effettuano in medicina accademica, cioè attraverso indagini strumentalisenza considerare la persona in toto e la stessa nel suo contesto familiare e sociale.

 

Individuato il cosiddetto “cuore di catena”, ossia il primum movens da cui trae origine il disequilibrio del momento, via via si va a migliorare sempre più il sistema, in modo da portarlo verso il ritmo e l’armonia. A questo punto si può intraprendere uno schema terapeutico che prevede l’utilizzo di supporti terapeutici per via orale, o attraverso metodiche manipolative, energetiche o strumentali, il tutto per un unico scopo:  riportare l’organismo all’omeostasi, quindi all’equilibrio. Gli interventi di natura manipolativa o di biorisonanza, possono richiedere incontri settimanali per la coppia o per il singolo oppure incontri più diradati, ma sempre nell’ottica di ristabilire l’equilibrio perduto.

 

Ottimi risultati si hanno in caso d’infertilità sia femminile che maschile. Ogni caso comunque è a se stante e ogni individuo ha la sua storia, il suo patrimonio genetico e le sue resistenze, con cui bisogna lavorare e fare in modo che i “limiti” diventino opportunità.

 

A cura dello staff medico del CRTO

 

PREVENIRE è meglio che CURARE

 

 

 

  

Secondo l’OMS, in Europa, i più importanti fattori di rischio di morte prematura sono associati allo stile alimentare e di vita.

L’osservazione e la consapevolezza costante di tali aspetti costituisce lo strumento fondamentale per la pianificazione di eventuali interventi correttivi e per la verifica della loro efficacia.

Che cos’è la prevenzione? Secondo l'enciclopedia Treccani la “prevenzione, in campo medico, è il tentativo di evitare la comparsa di una malattia o di una specifica manifestazione o di un suo aggravamento o recidiva fino ad un possibile evento fatale, nonché il complesso delle procedure messe in atto per raggiungere questo scopo”.  Cioè è un’adozione di una serie di provvedimenti per cautelarsi da un male futuro.

Quindi non si curano solo le patologia, ma si impostano anche programmi preventivi, per focalizzare quali sono i punti di debolezza che bisogna fortificare e quelli di forza da mantenere.

Si impostano cioè programmi individuali di prevenzione (sul piano alimentare, emotivo e fisico) in base al proprio vissuto ed al proprio stile di vita, individuando una nuova modalità di rapporto con la vita, che sicuramente è la polizza assicurativa più economica, ma più efficace che si possa attivare.

DIGIUNO

 

 

  

 

Il termine digiuno deriva dal latino ieiunus, e significa "a stomaco vuoto, digiuno". Indica lo stato di non-assunzione di alimenti, stato che può essere intenzionale o per necessità.

Il digiuno è una metodica medica che come tale, va seguita da personale medico. Prima di intraprendere un percorso di questo tipo è richiesta una visita medica e tutti gli eventuali approfondimenti che permettono di mettere in sicurezza il paziente che decide di seguire un iter terapeutico di questo tipo. Per seguire un digiuno, sono richiesti dei requisiti che vanno valutati dal medico.

Il periodo migliore per avviare un tipo di trattamento di questo genere è quello in cui si riesce a dedicare del tempo a se stessi, non necessariamente rimanendo in ferie o in vacanza, ma anche avendo a disposizione del tempo in cui, nonostante l’attività lavorativa, si possono ridurre i ritmi di lavoro.

E’ una valida metodica di disintossicazione di mente e corpo, sicuramente una pausa di ristoro e di eliminazione dalle tossine.

A cura dello staff medico del CRTO