LA FLORITERAPIA E L'UNIVERSO DELLE EMOZIONI 

 

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Introduzione

Da tempo ormai la floriterapia è entrata con ogni merito a far parte della schiera di metodologie efficacemente impiegate per affrontare e risolvere situazioni di disagio psicofisico. La letteratura è ricca di dettagliate descrizioni della storia della tecnica e dei repertori dei fiori impiegati. Nessun autore rinuncia mai a raccontare in dettaglio la storia del "padre" della floriterapia, il dottor Edward Bach, a descrivere i principi che lo guidarono nelle sue scoperte e, naturalmente, a proporre un dettagliato repertorio di rimedi floreali corredato di precise prescrizioni.

Purtroppo troppo spesso ci si dimentica di parlare dei fondamenti teorici che la floriterapia presuppone per una corretta applicazione, e cioè gli aspetti psicologici delle patologie emotive e i meccanismi che le generano. Cercheremo allora di evidenziare, in modo semplice e suscettibile di approfondimenti, i principali aspetti neurofisiologici dell'emotivo.


 

Le emozioni dal punto di vista psicofisiologico

 

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Con il termine "emozioni" si intende l'insieme dei nostri sentimenti, dei nostri stati d'animo e delle loro espressioni comportamentali, vegetative ed endocrine, arrivando a coinvolgere tutte le condizioni negative e positive dell'animo umano, dalla paura e dall'ansia fino all'amore ed alla felicità. Si può avere coscienza delle proprie emozioni soltanto a livello interiore, mentre le espressioni delle stesse possono essere rilevate da un'osservazione scientifica oggettiva tramite il comportamento motorio, le reazioni vegetative e quelle endocrine. Le emozioni e i sentimenti possono essere resi coscienti e comunicabili attraverso la parola.

L'insorgenza e la manifestazione delle emozioni dipendono in gran parte dalla percezione e dalla valutazione degli stimoli sensoriali esterni, filtrati dalle capacità analitiche e cognitive supportate dalla memoria. Alcuni disturbi motori, vegetativi ed endocrini, che sono naturalmente da intendersi come espressioni di diverse condizioni emozionali, possono a loro volta influenzare la reazione emotiva in un processo di effetto retroattivo (feedback).

L'emozione può quindi essere definita in sintesi come una reazione affettiva intensa, generalmente di durata molto limitata, che insorge come reazione ad uno stimolo ambientale. Risulta comunque molto difficile trovare una definizione dal punto di vista operativo a causa della soggettività degli stati d'animo.

La sede fisica dove sorgono le emozioni è stata probabilmente individuata nelle strutture del sistema limbico, nell'ipotalamo, nelle aree limbiche mesencefaliche e nel lobo frontale.

L'uomo, così come tutti gli altri esseri viventi, è parte di una complessa rete relazionale che lega tutti gli organismi biologici tra loro e con l'ambiente esterno. La condizione interiore di un essere in un determinato istante risulta quindi dall'interazione tra il proprio bagaglio genetico di reazioni ed istinti con l'influenza dei fattori ambientali esterni che modificano continuamente l'equilibrio fisiologico, filtrati e mediati in modo variabile dalla soggettività delle reazioni emozionali. L'essere umano è condizionato moltissimo dall'ambiente esterno, soprattutto dagli stimoli psichici derivanti dalle interazioni con gli altri individui, con il gruppo o con le strutture sociali a cui appartiene. Questi fattori assumono una importanza determinante nel modificare l'omeostasi interna dell'organismo, tanto che, la reazione emozionale a questi stimoli, può essere considerata il nucleo fondamentale che caratterizza l'insieme delle reazioni di adattamento all'ambiente.

Nei mammiferi, in generale, la reazione emozionale agli stimoli esterni tende sempre ad essere bilanciata nelle sue componenti comportamentali e somatiche. L'influsso di fattori conseguenti ad uno sviluppo intellettivo superiore, quali ad esempio l'azione dell'apprendimento o la complessa rete di relazioni sociali, può invece portare l'uomo a trasformare una reazione emozionale fondamentalmente utile e adattativa in una reazione con conseguenze patogene per modificazione delle difese biologiche dell'individuo. Tutto ciò avviene in base ad uno schema in parte acquisito ed in parte di tipo genetico e costituzionale. Tali schemi di risposta, acquisiti in un qualsiasi momento dello sviluppo e talvolta sopiti per motivi diversi, possono riaffiorare se si riproducono le condizioni di eccitamento emozionale che ne hanno determinato l'acquisizione.

L'emozione può essere considerata dunque sia come fondamentale meccanismo di adattamento e fattore fondamentale di integrazione tra l'organismo e l'ambiente che come fattore eziopatogenetico responsabile di molte malattie somatiche o psicosomatiche. In quest'ottica si comprende come l'emozione diventi un fattore determinante nella salute sia fisica che mentale, pur tenendo ben presente che essa non assume intrinsecamente l'aspetto di fattore patogenetico, ruolo che è invece individuabile in alcune espressioni sbilanciate e nocive dell'emozione stessa.

In sintesi l'emozione è una modificazione delle condizioni di omeostasi dell'organismo, che insorge con lo scopo di garantire la conservazione dell'individuo per mezzo di specifici comportamenti e di modificazioni somatiche, organiche e metaboliche. Tali modificazioni biologico-comportamentali, che nell'animale hanno una finalità di adattamento che aumenta le possibilità di sopravvivenza dell'individuo e della specie, nell'uomo assumono un significato più complesso dalla relativa scarsità di situazioni che minaccino direttamente la sopravvivenza e della grande importanza ed influenza che assumono invece gli innumerevoli stimoli psicosociali.

Una delle conseguenze più attuali e coinvolgenti della reattività emotiva nella società moderna è lo stress, condizione psicofisica indotta in particolare dai mutamenti del contesto sociale. Se lo stimolo stressante, che può essere diverso e diversamente influente da individuo a individuo, non viene rilevato e decifrato, può degenerare con conseguenze anche gravi. In questo effetto gioca un ruolo fondamentale l'alterazione della situazione biologica e comportamentale dovuta alle interazioni sociali mediate dall'apparato concettuale e cognitivo.

Sorge dunque il problema di interpretare il valore e le conseguenze a livello adattativo ed emozionale dei diversi fattori influenti, in modo particolare quando ci si pone di fronte al caso di malattie psicosomatiche. Queste infatti appaiono come un prezzo che l'uomo deve pagare per la maggior complessità della sua reazione emozionale in confronto a quella degli altri esseri viventi e per l'importanza dominante dei rapporti sociali e interpersonali.

Le emozioni sono complesse miscele di stati fisiologici e sequenze mentali che si fondono con il pensiero ed influenzano la totalità della psiche e del fisico, modificando il senso di benessere. Le emozioni umane, per la loro complessità e soggettività, non sono numerabili né classificabili, anche se in questo senso sono stati condotti studi, con risultati spesso controversi. Convinzione comune è comunque che non sia possibile isolare le singole emozioni nella loro forma pura, analizzarne la natura e, soprattutto, separarle dalle pulsioni che inevitabilmente vi si confondono insieme. Le emozioni nascono semplicemente attraverso l'esperienza, in seguito ad una infinità di fattori e cause che, inducendo reazioni tipicamente soggettive, creano l'universo emozionale peculiare di ogni individuo.

Non si può escludere una fase fisiologica comune nella nascita delle emozioni, ma resta consolidato il concetto che la reattività emozionale di ciascuno dipende dal bagaglio genetico e dalla esperienza personale. Il substrato emotivo si costruisce in grande misura dalle esperienze infantili maturate in

famiglia, con i genitori e negli ambienti in cui la giovane personalità si è formata. Tra le emozioni elementari si possono includere la paura, l'angoscia, la collera, la furia, l'esaltazione, la depressione, l'apatia, gli affetti, le sensazioni di attaccamento e le sensazioni erotiche sessuali. Tutte queste si mescolano con sensazioni piacevoli e spiacevoli, come per esempio il dolore, per produrre altre emozioni derivate o combinazioni delle prime, mescolandosi anche in molti modi con i pensieri, i ricordi ed i valori derivati dai rapporti.

Per comprendere questo meccanismo è facile pensare al senso del gusto, basato sulle quattro sensazioni di dolce, amaro, aspro e salato che, combinandosi con gli odori, danno origine ad una infinità di sapori.


 

Le emozioni dal punto di vista biochimico

 

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Dopo avere sommariamente esaminato l'emozione sotto l'aspetto psicofisiologico, poniamoci ora dal punto di vista fisico-organico per analizzarne il substrato endocrino.

Il metabolismo di ciascun individuo si deve adattare rapidamente ed in modo preciso alle variazioni dell'ambiente: il sistema endocrino, uno dei più importanti sistemi difensivi ed adattativi dell'organismo, è il mezzo principale che il nostro organismo sfrutta per raggiungere questo scopo, sia in condizioni di normale funzionamento che in condizioni di emergenza.

Le caratteristiche peculiari di questo sistema sono la capacità di poter agire in modo globale e capillare su tutti gli organi e tessuti per via ematica e la pronta reattività agli stimoli esterni di ogni natura, sia fisici che emozionali.

L'attività di questo sistema è complessa e costituita da una varietà di azioni, conseguenti l'infinita quantità degli stimoli a cui può essere soggetto. Non essendo possibile esporre una trattazione completa ed esauriente, che compete ad un trattato di biochimica, citeremo soltanto un esempio funzionale di quelle reazioni che a nostro giudizio sono le più significative tra quelle che i vari distretti endocrini esplicano a livello comportamentale.

Gli ormoni prodotti dall'asse ipotalamo-iposifi-corticosurrene, ad esempio, esercitano probabilmente azioni dirette sul cervello. L'attività cerebrale sarebbe favorita o inibita a seconda del tipo di ormone e del sito verso cui l'ormone è diretto. Studi recenti sul condizionamento hanno dimostrato che l'ACTH (la corticotropina), indipendentemente dall'azione corticosurrenale, favorisce ed aumenta l'acquisizione e la ritenzione di risposte condizionate attive o passive. I corticosterioidi, al contrario, ne facilitano l'estinzione.

Più in generale, è ormai accettato che l'unità funzionale ipotalamo-iposifaria, attraverso i neuropeptidi prodotti, sia in grado di modulare l'attività neuronale a livello limbico, contribuendo a determinare il grado di attivazione e quindi assumendo una notevole importanza in quei processi motivazionali e comportamentali, connessi all'apprendimento ed alla capacità mnesica, che permettono all'organismo di affrontare adeguatamente gli stimoli stressogeni ambientali.

L'emozione può essere trattata e vista separatamente sotto i due aspetti psichico e biochimico soltanto per comodità di esposizione e comprensione dei meccanismi che la regolano. Nella realtà questi due aspetti sono inscindibilmente fusi in una armonia tra pensiero e organismo che non ci è dato di conoscere completamente.


 

La floriterapia e le emozioni

La floriterapia può essere la giusta risposta ai problemi che insorgono in conseguenza di una reattività emozionale sbilanciata e che possono condurre a fenomeni patologici. Vedremo ora come la somministrazione dei rimedi floreali possa indurre delle modificazioni a livello psichico tali da determinare la risoluzione o l'attenuazione di alcune situazioni di disequilibrio emotivo. Ad esempio la paura, che nasce in situazioni di pericolo imminente, costituisce una reazione perfettamente normale e si rivela un'emozione essenziale per l'essere umano.

La paura ha la precisa funzione di segnale di allarme per l'attivazione dei meccanismi di difesa a seguito di stimoli esterni o interni derivanti da situazioni di pericolo potenziale o reale. Nel mondo animale questa emozione può determinare la sopravvivenza dell'individuo, mentre nell'uomo può insorgere in conseguenza di eventi, anche solo psichici, che non ne minacciano direttamente l'esistenza. Anche se poco piacevole, la paura è comunque sempre un'emozione vitale. La paura è dunque legata ad una situazione specifica ed identificabile che comporta un pericolo reale, sia esso presente o futuro ed appare come un processo complesso, costituito da varie reazioni fisiche e psicologiche che costituiscono la normale risposta dell'organismo.

Se la situazione di pericolo diventa ingestibile, la paura acquista una intensità capace di assorbire tutte le attenzioni dell'individuo. In una tale circostanza questo tipo di reazione è giusta e normale. Ma se la reazione emotiva di paura è esagerata nei confronti dello stimolo esterno e rende l'individuo incapace di svolgere anche solo una delle attività di cui in condizioni normali sarebbe capace, può determinare seri inconvenienti e deve essere riportata alla normalità. A seconda del tipo di paura che il soggetto manifesta, si prescrive un rimedio piuttosto che un altro, in modo da sbloccare o ridurre reazioni emozionali esagerate.

Se ad esempio la paura riguarda il mondo, le cose fisiche, gli animali, del pubblico, le altezze, l'acqua, il buio, la malattia, l'andare del dentista, … si può somministrare Mimulus (Mimolo giallo); se le paure sono vaghe e non definibili, si consiglia Aspen (Pioppo tremolo); se invece il soggetto tende a nascondere le proprie inquietudini si prescriverà Agrimony; se invece la paura è suscitata dalla presenza degli altri, si consiglierà Red Chestnut (Ippocastano Rosso); se poi la paura si trasforma in panico o terrore si consiglia Rock Rose (Eliantemo). Ogni collezione di rimedi presenta sempre dettagliate descrizioni dei rimedi più idonei in funzione delle caratteristiche peculiari delle problematiche.

La depressione, situazione conseguente ad una momentanea delusione, ad un breve periodo di malumore o ad una grave condizione psichica, può essere definita come quella reazione eccessiva di tristezza, di mancanza di interesse, di abbattimento che interferisce nella capacità di apprezzare la vita, di percepire precisamente e realisticamente la propria situazione e di interagire appropriatamente con l'ambiente e le altre persone.

Spesso la depressione è legata ad una perdita materiale o affettiva, ad una delusione rispetto ad altri o a se stessi, alla perdita della propria immagine ideale. Lo stato depressivo si manifesta anche durante radicali cambiamenti della propria vita, come il passaggio da un'età all'altra, a causa di una perdita dell'equilibrio precedente ed esige un nuovo adattamento.

I rimedi per queste situazioni sono innumerevoli: i più importanti e prevalentemente usati sono Gentian (Genzianella autunnale) in caso di depressione con causa nota e per le delusioni, Mustard (Senape selvatica) in caso di depressione insorta dal nulla, Sweet Chestnut (Castagno dolce) per gli

stati di disperazione in cui il soggetto si sente con le spalle al muro o in un buio assoluto e Walnut (Noce) in caso di depressione dettata da cambiamenti della vita quali il pensionamento, un divorzio o un passaggio da una fase biologica ad un'altra.

Ricordiamo un caso di una donna che non riusciva ad accettare la situazione pre-menopausale. Il timore di perdere l'affetto del marito e la paura di andare incontro a sostanziali modificazioni fisiche, condizionavano l'insorgenza di insicurezze e di un disagio che sfociava in una profonda sfiducia in sé e che non sapeva come fronteggiare. Le fu somministrato Walnut insieme a Larch (Larice) e Gentian come sostegno, determinando il riemergere della fiducia persa. Insieme ad altri interventi non strettamente floriterapici, ma sempre facenti parte della medicina non tradizionale, la paziente riuscì, in brevissimo tempo, a riacquistare la propria giusta dimensione nel mondo.

Lo stesso esito ebbe il caso di un soggetto anziano (96 anni) che, lucido a livello mentale, non accettava di vedere il suo fisico decadere lentamente, ma inesorabilmente. Gli venne prescritto un cocktail composto da Aspen, per la presenza di ansie somatizzate a livello dello stomaco, Honeysuckle (Caprifoglio), per staccarsi con maggior facilità dalla vita ed accettare la morte come fatto naturale e Walnut, per accettare la nuova condizione fisica.

Nel giro di quattro giorni il soggetto migliorò il suo stato emotivo a tal punto che anche il fisico ne trasse indirettamente beneficio.

Dal nostro punto di vista, la floriterapia è un ottimo supporto per i disagi psichici a cui ciascuno può andare incontro durante la propria esistenza. Si deve comunque tenere presente che è necessaria una profonda conoscenza dei processi psicodinamici che si instaurano al fine di poter somministrare il cocktail più mirato possibile e quindi ottenere il migliore risultato per il soggetto in questione.

 


Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista l'Erborista